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LAMPADA SCIALITICA

La lampada scialitica, dal greco skia, ombra, e lio, che significa sciolgo, viene utilizzata in chirurgia per illuminare il campo operatorio.
Essa genera un fascio luminoso uniforme e proveniente da più punti, in modo da minimizzare la presenza di ombre, da cui il termine "scialitica".
Può essere montata a tetto, a parete o su piantana. Oltre al sistema di illuminazione principale (detto "cupola") possono essere presenti uno o più sistemi di illuminazione ausiliari (detti "satelliti"). La cupola e i satelliti sono dotati di bracci snodabili per permettere il direzionamento del fascio luminoso sulla zona da operare.
Lampada scialitica moderna

I requisiti fondamentali delle lampade scialitiche (raccomandati dall'Illuminating Engineering Society) sono:
  • intensità luminosa: deve essere compresa tra 40.000 e 160.000 candele; tale valore varia a seconda della particolare procedura chirurgica che deve essere svolta;
  • temperatura di colore: deve essere compresa tra 3.500 e 6.700 K, in modo da non alterare troppo i colori.
Inoltre la luce trasmessa dalle lampade scialitiche viene filtrata in modo da trasmettere solo la radiazione relativa allo spettro visibile, senza trasmettere la radiazione infrarossa, responsabile degli effetti termici. In tale maniera la luce trasmette poco calore e quindi si evita l'essiccazione dei tessuti. Tale filtraggio non è necessario nei modelli più recenti che usano i LED come fonte di luce.
Lampada scialitica degli anni '50

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